Sono sempre stata a favore della formazione e dell’aggiornamento continui. A mio avviso, conditio sine qua non per tutte le professioni in una società come l’attuale, di cambiamenti repentini. Per quanto mi riguarda, ho continuato ad aggiornarmi da sempre, sicuramente da ben prima che la Riforma Fornero rendesse la formazione obbligatoria anche per i giornalisti. Perché l’accrescere del sapere per me è prima di tutto un gusto, mi fa sentire viva e inserita in questo tempo. Il problema però sono i formatori. In giro c’è di tutto. Gente che dalla sera alla mattina si inventa di poter insegnare qualcosa ma, per i quali, ovviamente, il fine ultimo è il business. Perciò ti vendono corso, + libro + cd, al modico prezzo di…. Io lo chiamo il “formatificio” o il “corsificio”, che dir si voglia. Stessa cosa per convegni e seminari, con relatori ingaggiati sulla base di curriculum mai verificati. Per non parlare dei salotti televisivi, con la solita compagnia di giro di “esperti”. Mattinate inutili, serate inutili, discorsi triti e ritriti, vuoto di contenuti, nessun accrescimento di competenze. D’altra parte, questo richiede la società dell’ignoranza, che non solo sta al potere, ma è diventata un vanto.
© 2019 Romina Gobbo – Facebook 21 febbraio 2019