«Un’ecatombe»: questo ha detto al telefono don Maurizio Bolzon, sacerdote fidei donum della diocesi di Vicenza in missione a Beira. Il Mozambico è in ginocchio: non ci sono più case, rase al suolo dal ciclone Idai. Non c’è energia elettrica ed è saltato il servizio idrico urbano. Le strade sono interrotte e ricoperte di tronchi d’albero e di detriti. Anche la torre di controllo dell’aeroporto di Beira è stata abbattuta, questo rende ancora più difficile per i soccorsi raggiungere il paese. A Buzi – distretto di Beira – l’acqua ha raggiunto i sette metri. La gente si è arrampicata sugli alberi per non annegare. E’ necessaria l’evacuazione il prima possibile, anche perché continua a piovere. 400mila persone non sono ancora state raggiunte. Sul posto Medici con l’Africa-Cuamm, presente da anni a Maputo, così come Medici Senza Frontiere, e Caritas International. Oltre al Mozambico, contano i morti e i danneggiamenti anche il Malawi e lo Zimbabwe. La catastrofe ancora una volta colpisce i più poveri. E nel quasi totale silenzio dei media italiani, che neppure sanno dov’è il Mozambico. Un corso di geografia per i giornalisti?
Ps. Le foto sono di Medici con l’Africa-Cuamm

Beira vista dal satellite prima e dopo il passaggio del ciclone
© 2019 Romina Gobbo – Facebook 21 marzo 2019