Nella notte del 24 marzo 1999, la Nato con l’operazione Allied Force, scatenava i bombardamenti aerei su Serbia, Montenegro e Kosovo, per punire il presidente serbo Slobodan Milosevic e far cessare la violenza della sua polizia sulle popolazioni kosovare di etnia albanese e rom. Come sempre succede, i più colpiti furono i civili, circa 600 persone. Senza contare le conseguenze dell’uranio impoverito; si registrò infatti un aumento di tumori sui bambini. La guerra in Iraq iniziò il 20 marzo 2003, con l’obiettivo principale della deposizione di Saddam Hussein, accusato di detenere armi di distruzione di massa (accusa poi rivelatasi infondata). Ma ormai i “danni” erano fatti: oltre ai morti, un’instabilità arrivata fino ai giorni nostri, con la creazione dello Stato Islamico e il suo smantellamento. Il primo marzo 1992 era iniziata la dissoluzione della Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia. Il violento conflitto vide il coinvolgimento dei tre principali gruppi nazionali: serbi, croati e bosgnacchi; e l’aberrazione con la pulizia etnica in Bosnia. La guerra in Siria è iniziata il 15 marzo 2011 e, nonostante la riconquista di tutte le città, la stabilità è ancora molto lontana. Anche nello Yemen il conflitto è iniziato a marzo, un conflitto che ha totalmente messo in ginocchio il paese più povero del mondo arabo. Marzo si conferma il mese privilegiato per “dichiarare” guerra, così come succedeva in passato, quando in inverno tacevano le armi, ma a primavera si ricominciava.
© 2019 Romina Gobbo – Facebook 24 marzo 2019