«Il capitale umano non può prescindere dal capitale finanziario»: è il binomio risorse umane/finanza che per Alberto Minali, AD di Cattolica Assicurazioni, determina il successo di un’impresa. «I grandi Paesi hanno grandi sistemi finanziari – continua -. Certo, la crisi ha esapserato i toni, ha creato povertà, situazioni di tensione, però la finanza è essenziale per la conduzione dell’attività economica. E l’investitore internazionale seleziona l’investimento anche in funzione del rendimento. Perciò dobbiamo essere bravi nel far rendere il capitale finanziario senza però impattare troppo su quello umano. Il capitale ci permette di migliorare la qualità del lavoro: in Cattolica abbiamo recentemente confermato al lavoro con contratti a tempo indeterminato 64 persone, abbiamo introdotto lo smart working per 750 lavoratori, sul totale di 1.700. Ci permette anche di investire in formazione: abbiamo programmato un investimento di 30 milioni di euro per i prossimi tre anni. Abbiamo creato un sistema di incentivazioni, per cui oltre allo stipendio fisso, i lavoratori godono di un premio di produzione variabile e, per chi over performa, c’è un sistema di incentivazione ulteriore». Un’altra novità significativa in Cattolica è il job market interno. «Di cui sono molto orgoglioso – conclude Minali -. Quando una funzione aziendale ha una posizione che si apre, viene creato il profilo della persona di cui si necessita, la ricerca viene inserita nell’apposita piattaforma, completamente anonima, dove domanda e offerta si incrociano. Le persone si applicano, vengono selezionati i profili migliori, quindi si passa ai colloqui tra i selezionati e il manager responsabile della ricerca. Se i due “si piacciono”, il lavoratore dopo un mese passa nella nuova funzione. Questo scardina quel meccanismo in base al quale l’“egoismo” del management vietava alla risorsa di fare una progressione di carriera».
© 2019 Romina Gobbo
pubblicato su Avvenire – Economia – 31 maggio 2019 – pag. 26