«Questo incontro ci insegna a guardare nel volto dell’altro. Chiunque sia l’altro, per il cristiano non è un estraneo o un immigrato, ma un fratello». L’incontro di cui parla padre Enzo Fortunato, direttore della sala stampa della Basilica di San Francesco ad Assisi, è quello tra san Francesco e il sultano Malik al-Kamil, avvenuto a Damietta d’Egitto nel settembre 1219, nel emzzo della quinta crociata che insanguinò il Medio Oriente. Quest’anno, in occasione dell’ottocentesimo anniversario, dopo il francobollo commemorativo emesso da Poste Italiane, all’evento è dedicata anche la mostra fotografica celebrativa, apertasi il 24 maggio nel chiostro del Sacro Convento di Assisi, città cuore del francescanesimo. Così i milioni di pellegrini che arrivano da ogni parte del mondo, fino al 4 ottobre avranno la possibilità di conoscere la grande apertura al dialogo di san Francesco. «Colgo molto entusiasmo nei fedeli e il deiderio di conoscere sempre di più questa figura, anche proprio a partire da questo incontro profetico, quanto mai attuale in un mondo dove c’è chi vuole costruire steccati», continua padre Fortunato. La mostra, costituita da cinquanta immagini – dalle primissime rappresentazioni dell’incontro in affreschi e miniature medievali prese da chiese italiane e orientali, per arrivare alle proposte di artisti contemporanei come padre Marco Rubnik -, è accompagnata dai testi del medievalista Franco Cardini, ed è a cura di padre Silvestro Bejan, direttore del Centro francescano internazionale per il dialogo (Cefid), ente che organizza l’evento assieme al Sacro Convento di San Francesco e a Coreis (Comunità religiosa islamica italiana), presieduta dall’imam Yahya Sergio Pallavicini. «È stato bello – ha sottolineato l’imam – collaborare con i francescani nell’organizzare questo percorso, a dimostrazione che si può lavorare insieme tra musulmani e cristiani. La mostra è il risultato di un anno di ricerca che ha visto soprattutto l’impegno di frate Silvestro e della sua équipe. Insieme cerchiamo di onorare il senso più profondo di questo incontro. Significa superare ignoranze, diffidenze, resistenze interne e pregiudizi esterni per riqualificare un rapporto tra Oriente e Occidente, tra politica e spiritualità, tra cristiani e musulmani». Alcune immagini raffigurano l’episodio discusso di san Francesco e la prova del fuoco; in altre, san Francesco predica il vangelo e “volti arabi” ascoltano con attenzione e rispetto, in altre ancora permane un certo distacco. È, inoltre, esposta, grazie al Centro dantesco dei Frati minori conventuali di Ravenna, una rarissima copia della prima edizione a stampa della “Divina Commedia” che, nel canto XI del “Paradiso”, ricorda con alcuni versi l’incontro di 800 anni fa.
La mostra si propone come itinerante, pertanto sarà allestita nella Basilica di Sant’Antonio a Padova, di san Francesco a Bologna, nella sala comunale di Celano e nella chiesa di san Francesco di Tagliacozzo (L’Aquila) e in quella di Sant’Antonio a Instanbul, in Turchia; altre uscite in ambito internazionale sono: Corea del Sud, Croazia, Francia, Indonesia e Stati Uniti.
© 2019 Romina Gobbo
pubblicato su Avvenire – mercoledì 19 giugno 2019 – pag. 26