“Nel silenzio che mi avvolge, mi rendo conto con estrema chiarezza del come io venga usata per un compito che davvero mi supera. A volte mi sembra che per raggiungere determinate anime, il suo Spirito mi trapassi. Allora avverto che non sono più viva solo della mia sola vita”. Madre Maria Teresa dell’Eucaristia, al secolo Maria Teresa Tosi, è la fondatrice delle Piccole Sorelle di Maria (15 ottobre 1964), una tra le più peculiari e innovative forme di vita contemplativa postconciliari. Nel 1964 lascia il Carmelo, di cui era stata priora dal 1960 al 1963, per dare vita ad una sua comunità, di cui ispiratrice e modello è Maria. E’ una scelta sofferta, molti cercano di scoraggiarla, ma il suo progetto è guidato dalla fiducia in Dio. “E’ possibile una vita contemplativa senza una struttura di clausura?”, si chiedeva la religiosa. Nel 1968 arriva a Collepino, sulle colline di Spello (Perugia) e lì, sui ruderi dell’antica abbazia di san Silvestro, madre Maria Teresa realizza l’eremo, che chiama “della Trasfigurazione” (in ricordo del Monte Tabor in Terra Santa, dove aveva sostato in preghiera), per offrire a tutti la possibilità della ricerca di Dio nel primato del silenzio. “Il mondo d’oggi, malato spiritualmente e incamminato verso un’irreparabile rovina, lascia meno spazio a Dio. Per questo credo in un tipo di vita contemplativa aperta a quanti desiderano luce e conforto”. Racconta tutto questo suor Eliana Pasini, attuale responsabile dell’eremo di Collepino, nel volume “La vita contemplativa in uscita. Madre Maria Teresa dell’Eucaristia e le Piccole Sorelle di Maria, Madre della Chiesa” (Sugarco Edizioni, pagine 192, euro 18,00), pubblicato in occasione del centenario della nascita di madre Tosi (era nata a Piacenza il 14 novembre 1918). Vi si trova un intreccio tra la storia dell’Opera – documentata con attenzione scrupolosa e cronologica da eccezionali documenti: lettere, meditazioni, foto, anche inediti -, la vita di madre Maria Teresa e la presentazione del carisma suscitato da Dio: una vita integralmente contemplativa vicina ai fratelli, che si fa sia condivisione dei valori contemplativi, sia accoglienza delle solitudini e dei drammi del mondo e dei singoli. Sono pagine nate nel silenzio dell’eremo, pieno di Dio, durante veglie notturne, o nelle prime ore del mattino, emergenti dalla preghiera e dal colloquio interiore, mai interrotto, dell’autrice con la madre fondatrice, la cui figura di stringente attualità per la vita consacrata e per la Chiesa tutta, a oggi rimangono ancora in gran parte da scoprire. Sergio Zavoli realizzò su madre Tosi il radio documentario “Clausura”, comprendendo presto l’importanza del messaggio di una “donna mai arrendevole, se non al Dio in cui sprofondava con tutta sé stessa nella preghiera”. E proprio a Zavoli, il 28 settembre 1969, ella volle spiegare le ragioni della sua uscita dal Carmelo: “Gli dissi che avevo scelto di amare gli uomini in Dio, non Dio negli uomini. Ma poi capii che Cristo incarnato non sopporta una scelta che lo divide in sé stesso. Volli amare il Cristo totale: Dio fatto Uomo. Scelsi allora di amare Dio anche negli uomini”.
© 2019 Romina Gobbo
pubblicato su Avvenire – Agorà – domenica 7 luglio 2019 – pag. 23