Monte Berico. Con l’arte l’abbraccio a Maria – With art, I embrace Mary

I conflitti di ieri e quelli di oggi hanno scolpito sui volti di tante madri lo stesso dolore di Maria ai piedi della croce. A Vicenza centinaia di persone quotidianamente offrono le proprie sofferenze alla Madonna di Monte Berico, riponendo le proprie speranze in Colei che Benedetto XVI ha definito “espressione della compassione di Dio”. «E noi Servi di Maria, custodi del santuario dal 1435 e promotori del culto dell’Addolorata, siamo chiamati ad essere compassionevoli come la Madre», ha spiegato ieri alla stampa padre Roberto Cocco. Parte da qui la riflessione che ha portato al progetto espositivo “Lacrime di luce – Il volto dell’Addolorata a Monte Berico, tra preghiera e arte (XV-XX secolo)” e che vede insieme la storica dell’arte Agata Keran, la comunità dei Servi di Maria, l’archivio della Provincia veneta dei Servi di Maria, l’archivio e la biblioteca del santuario di Monte Berico. Dal 6 settembre al 6 ottobre, ogni fine settimana, chi si recherà al santuario potrà godere di un percorso guidato, al contempo artistico e spirituale, attraverso una cospicua selezione di opere d’arte, immagini, stampe, testimonianze scritte, oggetti e libri – alcuni accessibili al pubblico per la prima volta -, che rispecchiano una tradizione devozionale, fiorita in particolare tra Sei e Ottocento, ma riletta anche da importanti maestri del Novecento, provenienti, oltre che dal convento di Monte Berico, anche da altre fondazioni dei Servi di Maria, come San Siro, Rovato, Pietralba, Carpenedo e Sant’Elena. «Punta di diamante è il dipinto ‘La Pietà’ (1505), icona del dolore di tutte le madri, di Bartolomeo Montagna, alla quale spetta da più di mezzo millennio un ruolo di rilievo nella parte più antica dello spazio liturgico del santuario. Ma ci saranno anche uno splendido corpus pittorico di Lina Rosso, autrice veneziana del ‘900, e una scultura dell’artista vicentino contemporaneo Piero Dani», racconta Agata Keran. Dalla chiesa al museo, dalla cappella all’antico convento, dalla penitenzieria alla sala dei Sette Santi Fondatori. Il percorso si configura come un breve pellegrinaggio che coinvolge diversi ambiti del santuario. L’evento inaugurale, venerdì 6 settembre alle 21, dal titolo “Lacrimae rerum”, sarà una serata di arte, teologia e musica, per cercare risposte di fronte al mistero del dolore e del suo superamento attraverso la fede nella Risurrezione. Altre iniziative a corollario della mostra si susseguiranno per tutto settembre.

© 2019 Romina Gobbo

pubblicato su Avvenire – Catholica – venerdì 26 luglio 2019  – pag. 22

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