Si apre il sipario e sulla parte alta del palcoscenico è appeso un grande involucro; il lenzuolo che avvolge questa “cosa” lascia intravedere solo delle sagome di persone. Scopriremo poi che si tratta del “Cenacolo” di Leonardo, a cui è dedicata la Festa del Teatro dell’Istituto dramma popolare di San Miniato (Pisa). Per il 2019, cinquecentenario della morte del genio vicentino, Elsinor Centro di Produzione teatrale ha inteso realizzare uno spettacolo attorno a una delle più complesse personalità della storia rinascimentale e soprattutto attorno al suo capolavoro. Giovedì 18 luglio è andata in scena, nella splendida cornice della piazza antistante il Duomo di San Miniato (in replica fino al 24), “Cenacolo 12+1”: 12 racconti legati a un aspetto artistico, storico, culturale. Interpretazione degli attori del corso di perfezionamento del Teatro Di Roma, regia di Michele Sinisi.
Fondato nel 1947, dalla volontà di rinascita anche artistica del dopoguerra, l’Istituto dramma popolare ha sempre proposto temi di attualità, ispirati da “problemi e inquietudini spirituali”. E sicuramente Leonardo è artista che induce alla riflessione. Ed è una figura poliedrica: per questo lo spettacolo non è solo recitazione, ma anche intrattenimento, conferenza, musica, balletto. Ci vuole, però, grande capacità quando si decide di destrutturare o “dissacrare”. Perché altrimenti si ottiene l’effetto contrario. Questo spettacolo che vuole porsi come una “via crucis”, offre buoni stimoli, che tuttavia risultano solo accennati, quasi una pennellata d’artista: è la profondità che viene a mancare. Un plauso va allo scenografo Federico Biancaloni e alla capacità evocativa delle sue intuizioni, così come al drammaturgo Francesco M. Asselta.
© 2019 Romina Gobbo
pubblicato su Famiglia Cristiana – domenica 28 luglio 2019 – Teatro – pag. 108