I diaconi permanenti a Vicenza – 50 anni di servizio di carità

La “buona novella” è che c’è una vocazione in controtendenza, perché in aumento. È la vocazione al diaconato. La “novella meno buona” è che attorno al termine “diacono” regna un po’ di confusione. Nell’immaginario collettivo, si tratta del primo grado del ministero ecclesiastico, dopo ci sono il presbiterato e l’episcopato. Quello che i più non sanno è che il diaconato non è solo una tappa intermedia verso il sacerdozio, ma è anche uno stato permanente, e il diacono rappresenta una figura che assolve compiti pastorali e ministeriali (proclama il Vangelo, distribuisce la comunione, amministra il battesimo, presiede le esequie), durante la celebrazione eucaristica, ma anche – e soprattutto – fuori dalle chiese, dove si dedica a opere sociali e caritative. Ed è proprio questo essere immersi nel mondo – diaconato significa proprio servizio – che ha ispirato il XXVII Convegno nazionale, dal titolo “Diaconato – Periferie – Missione. Diaconi custodi del servizio. Dispensatori di carità”, che si terrà nel centro fieristico-teatro Palladio di Vicenza, dal 31 luglio al 3 agosto 2019. Organizzato dalla Comunità del diaconato in Italia, l’evento può contare sulla collaborazione di Caritas Italiana, Diocesi di Vicenza e Pia Società San Gaetano. «Il Convegno nazionale si tiene ogni due anni in una diocesi italiana, alternandosi regolarmente al nord, al centro e al sud – chiarisce Enzo Petrolino, presidente della Comunità del diaconato in Italia -. Il titolo di quest’anno si concentra sulle periferie, tema caro a papa Francesco e sulla missione, luogo di servizio per i diaconi. Essi sono poi “dispensatori di carità”. Non è un caso che in molte Chiese locali il diacono sia direttore della Caritas diocesana, oppure si occupi della pastorale sanitaria».

Enzo Petrolino (credits RG)

Il capoluogo vicentino è stato scelto in occasione del 50° anniversario della reintroduzione del diaconato permanente in Italia. Nel 1969, in Cattedrale, furono ordinati i primi sette diaconi permanenti della Chiesa italiana, seguiti un mese dopo da Giuseppe Creazza, vicentino in servizio a Crotone (oggi unico del gruppo ancora vivente), appartenenti alla Pia Società San Gaetano, fondata da don Ottorino Zanon. Il diaconato, istituzione attestata nella Chiesa antica fin dal racconto degli Atti degli Apostoli, e poi scomparso nella forma permanente, venne ripristinato dal Concilio Vaticano II e, dopo l’esperienza pilota di Vicenza, si diffuse in tutte le diocesi italiane. Il nostro Paese è il primo in Europa per numero di diaconi (oltre 4.500) e il terzo nel mondo dopo Stati Uniti e Brasile. Il diacono permanente è un ministro ordinato dal Vescovo e quindi fa parte del clero. Ma, diversamente dai presbiteri, può anche essere sposato, purché la moglie conceda il consenso canonico. «Il sacramento dell’Ordine di cui facciamo parte come chierici, si innesta nel sacramento del matrimonio. Non si sovrappone, né prende la priorità – spiega Petrolino -. Credo che il fascino di questa vocazione stia proprio in questa duplice dimensione. Oggi la sfida è di avere delle famiglie diaconali, lavorare sempre più in sinergia, per riuscire ad assicurare il servizio pastorale là dove le comunità sono prive di pastore. L’altra grande sfida è la formazione. Al momento, il diacono o si forma negli Istituti superiori di scienze religiose o nelle facoltà teologiche, ma i primi sono pensati per i laici, le seconde per i presbiteri. Serve una formazione più mirata al nostro ministero».

Da sinistra: Enzo Petrolino e Paolo Beccegato (credits Romina Gobbo)

Nelle quattro giornate di convegno si alterneranno relatori e testimoni (ci saranno anche dei laboratori), fra cui: il patriarca di Venezia mons. Francesco Moraglia, don Venanzio Gasparoni, superiore Pia Società San Gaetano, suor Rita Giaretta di Casa Rut (centro di accoglienza di Caserta per giovani donne migranti in situazioni di sfruttamento), i vescovi di Vicenza, Beniamino Pizziol, di Trento, Renato Marangoni, e di Città di Castello, Domenico Cancian. Mentre il cardinale Luis Antonio Tagle, presidente di Caritas Internationalis, a cui era stata affidata la prolusione, non potrà essere presente fisicamente, ma interverrà sabato 3 agosto in videoconferenza dal Bangladesh dove è stato mandato per una missione da papa Francesco.

© 2019 Testo e foto di Romina Gobbo

pubblicato su Avvenire – Catholica – mercoledì 31 luglio 2019  – pag. 17

 

 

 

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