Noi donne, fra tutti gli esseri animati e dotati di sicuro senno, siamo certo le creature più misere. Da prima con un’enorme quantità di soldi è necessario acquistarsi un marito, prendersi uno che si fa padrone del nostro corpo. (…) Se poi la donna arriva in un paese nuovo con nuove leggi e costumanze, dev’essere indovina perché da prima, a casa sua, nessuno gliel’ha detto con quale sposo avrà rapporto. Metti che l’ardua impresa ci riesca e che il marito sopporti di buon grado il giogo coniugale: un’esistenza invidiabile; se non succede, meglio la morte. L’uomo, se si stanca di stare insieme alla gente di casa, esce e vince la noia. Ma per noi non è possibile. Dicono che noi viviamo un’esistenza senza rischi, dentro casa, e che loro vanno a combattere. Accetterei di stare là in campo, sotto le armi, per tre volte, piuttosto che partorire una volta sola.
Straniera, maga, anticonformista: Medea, l’eroina per eccellenza, colei che ha attraversato il dolore fino in fondo.
In scena al Teatro Olimpico di Vicenza per tutta la settimana.
2019 Romina Gobbo – Facebook 5 ottobre 2019