Quando la smetteremo di dare ai migranti la colpa anche delle ere glaciali, potremo finalmente aprire gli occhi e renderci conto di quanto oramai da decenni i nostri politici ci prendono per i fondelli. Là dove davvero – mi si perdoni il francesismo – ci fo@@@no, è la salute. Con un Sistema sanitario sempre più restrittivo, e che chiaramente e consapevolmente ti spinge verso il privato, a colpi di 100, 150 euro a visita. Ma non puoi fare altrimenti, perché rischi di morire in attesa di un appuntamento nel pubblico. Continuiamo a dire che l’Italia è un paese di vecchi. Verissimo. Peccato che ai vecchi non ci pensi nessuno. O, meglio, ci pensa lo Stato, ma solo in termini di business. Le case di riposo sono un business: 2.500-3.000 euro al mese. C’è chi non potendo pagare, intesta l’abitazione dei genitori – quella che si sono costruiti con una vita di sacrifici – direttamente alla casa di riposo. All’ospedale iniettano flebo ricostituenti delle dimensioni di una fialetta per i capelli, perché bisogna economizzare. Il vecchio lo si assiste nella fase acuta e, poi, «riprendetevelo», anche col catetere, anche con l’ossigeno. Le case diventano ospedali suppletivi: letti attrezzati, paranco, montagne di pannolini. Le farmacie sono un business: i farmaci costano delle follie. E nessuno fa un controllino sulle case farmaceutiche. Il giro delle “badanti” è un business. Non tanto per loro che sono l’ultimo anello di una catena, ma per le cooperative che le gestiscono. A questi problemi va data visibilità, no a chi bacia un salame o suona campanelli. Se i giornalisti non la smettono di fare i lecchini, questo paese finirà come l’Impero romano, a p@@@@@e.
© 2020 Romina Gobbo – Facebook 23 gennaio 2020