Se la notizia non è più un valore – If the news is no longer a value

Quando leggo titoli come “Caccia al paziente zero” (Gazzettino), non posso esimermi da qualche riflessione. La questione “coronavirus” sta evidenziando alcuni elementi che si ripetono ma che in questo frangente si sono fatti più “virulenti” (giusto per restare in tema). Innanzitutto, lo sciacallaggio di alcuni giornali, per i quali la notizia è tutto fuori che un valore. Parlo di vendere due copie in più, perché poi è quello il risultato. E poi la faziosità, e qui si innestano posizioni politiche che tirano i media da una parte o dall’altra, perché il coronavirus è anche campagna elettorale. Se non c’è faziosità, c’è sciatteria: dati, sintomi, reazioni… tutto a caso, senza verifiche, e anche senza buon senso. Nessuno si cura delle conseguenze di ciò che scrive. Alla faccia di convegni, carte deontologiche, Costituzione. Con buona pace dell’informazione di servizio. Tutto questo bailamme fuori controllo finisce con l’intaccare il nostro già fragile tessuto sociale. “Dagli all’untore”: è questo il leit motiv di questi giorni e così succede che persone di origine cinese siano insultate se non anche picchiate. Pensavamo di avere acquisito dei diritti, di aver raggiunto un buon grado di “civiltà”, invece è bastato uno starnuto per farci tornare indietro di millenni.

© 2020 Romina Gobbo
pubblicato su LinkedIn – sabato 22 febbraio 2020
#cina  #coronavirus

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