Sopravvivere alla fase 2 – Surviving Phase 2

Obnubilati dall’entusiasmo perché domani ci sarà una fase 2 e poi a giugno una fase 3 (si va al mare), ci siamo smarriti la fase 4, quella dei sacrifici. Al momento tutti chiedono aiuti. Ma questa richiesta collettiva tornerà indietro come un boomerang, con rincari e mazzate varie. Siamo inguaiati da decenni con un debito che pesa come un macigno. Non potevamo neanche prima permetterci quello che si sta promettendo oggi. Da domani si apre? Molti non apriranno proprio. Ma veramente pensiamo che un bar, con un affitto di 2-3.000 euro al mese, con un cliente ogni 20 minuti possa sopravvivere? O che un parrucchiere possa continuare e tenere lo stesso personale, quando non potrà pettinare più di due persone alla volta? E le pizzerie che si avvalevano di camerieri giornalieri o per il fine settimana? Pensiamo davvero che li richiameranno, avendo un netto decremento dei clienti? Perché, plexiglass o no, non tutti si sentono tranquilli nel riprendere la vita sociale. Pensiamo davvero che in azienda sia possibile trascorrere tutto il giorno a ripassare le maniglie delle porte, con la ragioniera novella signora delle pulizie? E le piccole imprese, avviate da poco, che ancora non hanno ammortizzato gli investimenti? Non tutti si salveranno, anzi. Non siamo mai stati e non siamo tutti sulla stessa barca. E #andratuttobene è una grandissima ca@@ata. Ci aspettano lacrime e sangue.

#fase2 #covid

© 2020 Romina Gobbo

Facebook – 17 maggio 2020

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