Il nostro sguardo “occidentale” tende ad essere superficiale, se non addirittura banale, quando guardiamo agli “altri mondi”.
Ci sfugge la complessità. L’Afghanistan è un coacervo di gruppi etnici, oltre a quello dominante, i Pashtun: ci sono Tagiki (secondo gruppo per consistenza numerica), Uzbeki, Turkmeni, Nuristani, Hazara (di fede sciita), Beluchi, Brahui, Qizilbash (di fede sciita), Wakhi (di fede sciita), Farsiwan (di fede sciita). Questa divisione l’abbiamo sentita più volte in questi giorni.
Quello che invece è meno noto è che gli stessi pashtun sono divisi a seconda delle regioni e dei clan: Durrani, precedentemente noti come Abdali, Ghilji, Ishakzai, Nurzai, Popalzay, Kochis… Questa grande eterogeneità dipende dalla posizione geografica del Paese, tra Cina, India, Iran e steppe del Nord, lo stesso motivo per il quale è ritenuto strategico, e quindi oggetto di conquista straniera (finora mai realizzata).
Insomma, un bel guazzabuglio di genti diverse, con lingua e organizzazione sociale diverse, ma se non si comprende questo, non si può capire il Paese.
E gli esiti saranno quelli che vediamo in questi giorni.
© 2021 Romina Gobbo pubblicato su LinkedIn/Facebook - domenica 5 settembre 2021 Foto Enciclopedia treccani.it