«Il fiore fa parte della festa, è il giardino che richiama il Paradiso, il giardino del Cantico dei Cantici, il giardino dell’incontro della comunità con Dio. E quindi va curato con amore». Si sono iscritti in 70 tra sacerdoti, suore, religiosi, uomini e donne comuni che tengono pulite e ordinate le chiese, al laboratorio “L’arte floreale a servizio della liturgia”, proposto da suor Cristina Cruciani, delle Pie Discepole del Divin Maestro, a Koinè, la fiera internazionale del settore religioso, che si è tenuta dal 24 a ieri nel quartiere fieristico di Vicenza. «Una scommessa questa diciannovesima edizione, dopo due anni di fermo dovuto alla pandemia, che hanno fortemente provato il mercato del sacro», ha detto Valentina Fioramonti, responsabile Koinè per Italian Exhibition Group, la società che organizza la fiera. «Ma anche la bellezza dell’essere tornati in presenza. E la grande soddisfazione di aver visto arrivare gli espositori, anche dall’estero: Spagna, Portogallo, Russia, Polonia, Turchia. Hanno partecipato anche 35 buyer, il 50% italiani, l’altro 50% stranieri. Questo ci dice che anche nel settore religioso il made in Italy è apprezzato». Cento espositori e circa 2.000 visitatori in tre giorni. «Non abbiamo avuto certo i numeri delle altre edizioni – continua Valentina -. Tuttavia, per quello che consideriamo come una sorta di anno zero, è un buon risultato. Gli espositori ci hanno raccontato di aver interagito molto, di aver contatti, quindi forse meno quantità, ma più qualità».
Ampolline, calici, pissidi, candele, incensi, arredi liturgici, e poi tonache, casule, articoli religiosi devozionali: tutto questo si può trovare a Koinè, nata nel 1989 per volontà di Fiera e diocesi di Vicenza e della Conferenza episcopale italiana. Negli anni, gli orizzonti si sono ampliati e, alla parte più di mercato, si è aggiunta quella di innovazione e ricerca. Per esempio, nel settore dell’edilizia religiosa, oggi ancora più interpellato, a seguito proprio della pandemia, che ha richiesto anche un nuovo approccio nell’accoglienza in chiesa ai fedeli. Pensiamo, per esempio, all’impossibilità di attingere dall’acqua dell’acquasantiera. Ecco, allora, il dispenser che eroga direttamente nelle mani. Ci sono start up che realizzano App per gestire da remoto tutta la vita della parrocchia, o chi crea oggetti sacri grazie alla stampa 3D. E poi i settori dell’illuminotecnica e dell’impiantistica audio/video, della domotica, i tour operator specializzati in turismo religioso, la grande esplosione dei cammini spirituali. Fiore all’occhiello il Premio Internazionale di Architettura Sacra “Frate Sole”, che si rivolge a progettisti che, nell’ultimo decennio, abbiamo realizzato una chiesa. «Considerato l’Oscar dell’Architettura Sacra, è per noi un onore che la Fondazione Frate Sole abbia scelto di utilizzare Koinè come sede per l’assegnazione di questo premio – afferma Fioramonti -. Quest’anno è andato all’architetto tedesco Axel Frúhauf, per il suo progetto della chiesa Seliger Patr Rupert Mayer, realizzata a Poing, in Germania».
Non è mancata la parte più prettamente culturale con esposizioni d’arte, convegni ed eventi. Uno per tutti, quello dedicato alla terza edizione del Messale Romano, realizzato dal maestro Mimmo Paladino. «Un’opera capace di contestualizzare con il linguaggio dell’arte contemporanea il vissuto liturgico del celebrante e dell’assemblea tutta», ha detto don Valerio Pennasso, direttore dell’Ufficio nazionale per i beni culturali e l’edilizia di culto della Cei.
© 2021 Romina Gobbo pubblicato su Avvenire - Chiesa - mercoledì 27 ottobre 2021 - pag. 17 Foto di copertina: don Valerio Pennasso