Ci risiamo. Con la #guerra, addio #verità. Anche senza guerra in realtà, ma con la guerra, la questione si fa più complessa. Partiamo dalla verità assoluta. Per chi ci crede, l’unica verità assoluta è quella di Dio. Di sicuro a noi umani la verità assoluta non è data. Poi c’è la verità giudiziale, quella dei tribunali. Colpevole o innocente? Dipende dalla bravura degli attori in gioco. Se è più bravo l’avvocato, sei innocente, se è più bravo il PM, sei fo@@@to (scusate il francesismo). Poi c’è la verità raccontata dai giornalisti. Quella che tutti dicono di raccontare. Ma l’articolo 2 della Legge professionale 69/1963 parla di “verità sostanziale dei fatti”. Il legislatore è andato cauto, sapendo bene che nessuno può prescindere dalla propria soggettività. Diciamo che l’onestà intellettuale e la famosa schiena dritta di “ciampiana memoria” sono quanto di meglio si possa fare.
Va da sé che quanto sta accadendo tra Ucraina, Russia e Usa, non sia facilmente raccontabile. Ci sono le fake diffuse via social. Può farlo chiunque, per ignoranza, per parzialità di punto di vista, ma anche perché pagato. Ma ci sono anche le veline, fatte apposta per i giornalisti. Spero che nessuno sia ancora così ingenuo da pensare che un inviato possa andare in una zona di guerra e dire o scrivere quello che gli pare. Ogni #conflitto è l’apoteosi della #propaganda . E, chi ha più mezzi, “strombazza” di più. Ogni guerra “che si rispetti” è prima di tutto una guerra di news. Vincere con la penna aiuta a vincere con le #armi.
© 2022 Romina Gobbo pubblicato venerdì 25 febbraio 2022 su LinkedIn e Facebook