Alle porte del XXI Capitolo Generale delle suore missionarie comboniane

“…150 anni. Trasformate dal nostro carisma. Discepole Missionarie verso le periferie esistenziali”: è questo il tema del XXI Capitolo Generale delle suore missionarie comboniane, “Pie Madri della Nigrizia”, che si terrà nella Casa Madre di Verona, da sabato 1 ottobre a martedì 25. Più di mille missionarie comboniane, originarie di 34 Paesi del mondo, dal 1872, anno della fondazione dell’Istituto da parte di Daniele Comboni, sono presenti in quattro continenti: Africa, America, Asia, Europa. Prestano il loro servizio nei settori salute, educazione-formazione dei leader, promozione della giustizia e della pace, integrità del creato, migranti e minoranze, dialogo ecumenico ed inter-religioso.

La loro formazione, così come i loro incarichi, spostamenti, attività sono frutto delle decisioni del Capitolo Generale, autorità suprema e normativa dell’Istituto, che rimane in carica sei anni. Dal primo ottobre, dunque, inizieranno riflessioni, discussioni, votazioni da parte delle 52 delegate capitolari, comprese le cinque sorelle della Direzione Generale, e a due osservatrici con diritto di parola. Le delegate sono rappresentative delle 19 Circoscrizioni: 10 della Circoscrizione americana (Brasile, Ecuador, Perù, Colombia, Messico, Costa Rica, Guatemala, Stati Uniti); 12 della Circoscrizione Arabo Orientale (Eritrea, Etiopia, Medio Oriente, Egitto, Sudan, ); 8 della Circoscrizione Europa; 17 della Circoscrizione Sub Sahara (Repubblica Democratica del Congo, Mozambico, Sudafrica, Zambia, Kenya, Uganda, Sud-Sudan, Sud Sahara). 5 fanno parte della Direzione Generale e  insieme a loro 2 partecipano come Osservatrici con diritto di parola. Durante questi giorni sarà eletta la nuova leadership nonché gli orientamenti e gli obiettivi spirituali e apostolici per il prossimo sessennio.

Questo Capitolo è particolarmente importante perché coincide con il 150esimo anniversario dalla fondazione dell’Istituto. La ricerca e l’analisi su questi 150 anni di storia, dalle quali è scaturita la mostra “Una promessa che continua” (foto, video e oggetti), allestita in casa madre a Verona fino al 25 ottobre, e poi itinerante nelle altre case, hanno già favorito alcune considerazioni. Tenendo ben salde le fondamenta, ovvero la passione per Cristo, la consacrazione a Dio per la missione, l’annuncio della “Buona Novella” nelle periferie, l’ascolto del grido dei poveri, l’essere comunità-cenacolo, la memoria delle testimonianze precedenti, e il Sudan come luogo privilegiato, perché da lì tutto è cominciato, si tratta di progettare il futuro della congregazione in un tempo di grandi e repentini cambiamenti, e alla luce della diminuzione numerica delle vocazioni e dell’innalzamento dell’età delle missionarie. Durante i lavori, grande attenzione sarà posta alla dimensione della vita comunitaria, che implica formazione, cura e accompagnamento in tutte le tappe della vita delle consorelle, così come alla presenza in aree di minoranza cristiana.

Uno dei punti di forza della famiglia femminile comboniana è la multiculturalità delle consorelle, notevolmente cresciuta negli ultimi anni, e che apporta una grande ricchezza in ambito spirituale, umano, culturale e di fede, ma è anche strategica, perché l’evangelizzazione non può prescindere dal contesto in cui si opera. San Daniele Comboni in questo fu profetico: infatti, il carisma comboniano riesce a “modellarsi“ a seconda delle realtà.

Il Capitolo è stato preceduto dalla Commissione Precapitolare, focalizzata su “Carisma, Riconfigurazione e Comunicazione”, che ha già dato un’impronta di stile e metodo. «Abbiamo lavorato in grande sinergia – ha spiegato suor Betty Pompei -. E, nonostante viviamo in contesti profondamente diversi, c’è un desiderio che ci unisce, ovvero accogliere con fiducia e speranza quello che verrà». Alla Commissione sono seguite le Assemblee Pre-Capitolari tenutesi nelle Circoscrizioni.

Le sfide che l’Istituto ha davanti sono molteplici. «Essendo in un processo di diminuzione – dice la superiora generale, suor Luigia Coccia – potrebbe esserci la tentazione di ritirarci da alcuni Paesi dove siamo presenti. Ma, poiché riteniamo che ogni realtà umana, ogni cultura, abbia molto da donare al nostro istituto, il nostro sogno è di continuare a stare sui quattro continenti e, perché no, anche sui cinque».

Non sarà trascurato il problema della sicurezza. Come ha evidenziato ancora una volta la recente uccisione di suor Maria De Coppi in Mozambico, le terre di missione dove le comboniane prestano servizio, sono spesso instabili e pericolose. Ma anche il Capitolo Generale 2022 si aprirà con la certezza che da 150 anni accompagna il cammino delle missionarie, come ha ben spiegato suor Antonia Salaro: «Non ce ne siamo mai andate dai luoghi di guerra. E così continueremo a fare».

© 2022 Romina Gobbo 

pubblicato sul blog del sito https://www.comboniane.org - mercoledì 28 settembre 2022 
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