Si è aperto con i migliori auspici il XXI Capitolo Generale delle suore comboniane. Monsignor Domenico Pompili, dopo il suo ingresso a Verona come nuovo vescovo il primo ottobre, il giorno seguente ha voluto celebrare la messa nella cappella della casa madre delle missionarie. Accolto dalle parole di suor Luigia Coccia, Presidente del capitolo, che lo ha affidato all’intercessione di san Daniele Comboni, monsignor Pompili ha concelebrato con il vescovo congolese monsignor Sébastien Muyengo, e altri sacerdoti.
Il Vangelo di Luca, incentrato sulla richiesta fatta dagli apostoli al Signore: “Accresci in noi la fede”, è stato lo spunto per parlare di come la fede non possa mai essere considerata sufficiente. «Si è missionari nella misura in cui la fede viene continuamente rigenerata», ha detto il pastore nell’omelia. Ha continuato, quindi, prendendo ad esempio suor Maria De Coppi, la consorella comboniana uccisa in Mozambico nella notte tra il 6 e il 7 settembre scorsi. «Una donna coraggiosa, che si è mantenuta lucida fino alla fine, come dimostrano le sue parole che ci sono giunte tramite la nipote, e di grande carità. Una donna molto concentrata nella sua fede. La fede è piccolissima, invisibile, ma ha un’energia potente. Chi crede come suor Maria, è un visionario, così come lo era Daniele Comboni, che ha deciso di fondare un Istituto religioso femminile». Alle missionarie, provenienti da quattro continenti del mondo, riunite per la solenne celebrazione, Pompili ha augurato di essere sempre più «visionarie, coraggiose e disinteressate». E loro hanno risposto con la preghiera, per il Papa, per la Chiesa, per i Paesi in guerra, per le donne in lotta per i loro diritti, per le comunità comboniane – 150 erano collegate tramite zoom -, per tutti gli operatori missionari – uomini e donne – uccisi mentre annunciavano il Vangelo.
Nei momenti di intermezzo, si sono levate le voci delle sorelle, al suono di chitarre e tamburi. Canti festosi, animati, a ribadire che la vocazione comboniana è gioia. Lo è anche quando si verifica una tragedia come quella che ha coinvolto suor Maria, perché il ritorno alla Casa del Padre non può mai essere motivo di tristezza. E, per le missionarie comboniane, mai canto fu più indovinato come quello intonato all’Offertorio, il cui ritornello dice: “Offri la vita tua come Maria ai piedi della croce, e sarai servo di ogni uomo, servo per amore, sacerdote dell’umanità”.
© 2022 Romina Gobbo pubblicato sul blog del sito hppt://www.comboniane.org - giovedì 6 ottobre 2022