Fare il giro del mondo con le comboniane

Una chiacchierata con una decina di missionarie comboniane basta per fare il giro del mondo. Non solo dal punto di vista geografico. Grazie a missionarie diffuse in quattro continenti, si possono conoscere economie, stili di vita, culture, confessioni religiose dei Paesi nei quali operano. Perché per essere missionaria oggi «non bastano più l’amore e la buona volontà – dice suor Alicia Vacas Moro, superiora provinciale Circoscrizione Medio Oriente -. Serve molta preparazione perché ci viene richiesto di avere professionalità elevate e conoscenza delle lingue». Per questo, la sfida rispetto alla quale concordano tutte le sorelle, riunite nella casa madre di Verona per il XXI Capitolo Generale, è la formazione.

L’unico modo per poter affrontare situazioni complesse, come quelle in cui si trovano a vivere missionarie al servizio degli ultimi, in aree di conflitto, in luoghi dove il degrado ambientale è la norma, nelle periferie delle grandi capitali, caratterizzate da povertà, violenza e malattie. «Le periferie sono posti scomodi, che fanno paura – ammette suor Laura Malnati, superiora provinciale Circoscrizione Mozambico-Sudafrica -. E, quando hai qualche anno in più, puoi sentire la voglia di dire basta. Allora, qui riunite, vogliamo lasciarci guidare dal carisma del nostro fondatore, Daniele Comboni, e dalla passione delle tante nostre sorelle che ci hanno preceduto, per essere davvero donne che vivono il Vangelo, al servizio di tutte le persone che hanno bisogno di vicinanza e di parole di speranza». A volte lo sconforto è dato dal fatto di operare in Paesi dove è lo stesso Governo ad essere corrotto e ad alimentare le disuguaglianze fra ricchi e poveri, come in Brasile, «dove chi sta al potere favorisce i grandi latifondisti, e il disboscamento selvaggio», dice suor Caterina Ingelido, delegata capitolare Gip America. «La sfida oggi è ascoltare il grido della madre terra – aggiunge suor Angeles Funes, superiora provinciale Brasile -. Negli ultimi anni l’Amazzonia è stata devastata. Ma il futuro del pianeta dipende da questo bioma naturale, salvaguardarlo è responsabilità di tutti».

Oppure in Mozambico, dove le multinazionali detengono i giacimenti di gas, si appropriano di tutti i proventi, e la popolazione non ne ha alcun beneficio. Anzi, deve patire le conseguenze delle lotte fra gruppi criminali che si contendono i territori del nord, uccidendo, devastando i villaggi e costringendo la gente a fuggire. Masse di sfollati senza più nulla, privati del presente e del futuro.

Ma non è solo il Sud del mondo ad aver bisogno, l’Europa stessa e l’Asia chiedono risposte. «Presto servizio a Londra – dice suor Annie Marie Quigg, superiora provinciale Circoscrizione Europa -. Per noi si tratta di capire come essere significative in una società che sembra aver perso la fede, ma anche tanti valori, quegli stessi che permettono di costruire una società sana e altruista». Ecco allora che oggi, oltre alla povertà materiale, le comboniane sono chiamate ad occuparsi della povertà spirituale. «La nostra missione si trova in una periferia di Milano dove la presenza di immigrati è praticamente totale. Ci sono problematiche abitative, di lavoro…, ma io credo che oggi la dimensione più difficile sia quella dell’abbandono, di chi si sente completamente solo, senza un appoggio, qualcuno a cui ricorrere per dare un senso alla propria vita. Come donne consacrate vogliamo essere per loro buona notizia, riproponendo lo stile di Gesù», dice suor Luisella Musazzi, delegata capitolare Circoscrizione Italia.

Oltre cinquanta comboniane sono arrivate a Verona per vivere il Capitolo Generale con passione ed entusiasmo. Hanno molte aspettative, ma vivono questo momento di grazia con molta concretezza. «Questo Capitolo coincide con il nostro Giubileo dei 150 anni – continua suor Luisella -, è innegabile che un po’ di polvere ce l’abbiamo addosso. Dobbiamo rilanciare una missione significativa». Le fa eco suor Angeles, superiora provinciale Circoscrizione Brasile,: «Sogno una congregazione che punti ad una maggiore essenzialità. Il Vangelo è semplice. Comboni era un uomo profondo, ma pratico». Il numero delle sorelle si sta assottigliando. Quello della riconfigurazione della struttura è uno dei temi importanti in discussione, ma la voglia di continuare ad essere ovunque nel mondo non viene meno. «Siamo nello Sri Lanka da dieci anni – dice suor Anna Kosuszek, delegata capitolare Circoscrizione Medio Orientale -. Un tempo troppo breve per un territorio così complesso. Viviamo in una zona molto povera, ma siamo contente di esserci. Chiediamo alla congregazione di continuare ad appoggiare questa missione, rinforzarla e svilupparla ulteriormente, perché per noi è un apostolato bellissimo». Ma tutto questo non sarebbe possibile se il carisma comboniano non portasse ad essere «persone che vogliono dare la vita per Gesù – dice suor Maureen Mora, delegata capitolare Circoscrizione Europa -. E di Gesù dobbiamo parlare ai giovani, che si accontentano di soddisfare i bisogni materiali. Noi invece vorremmo far loro scoprire che l’incontro con il Signore è fondamentale». Tutte le sorelle concordano sul fatto che per l’Istituto questo è un momento epocale. «O ci trasformiamo, o non ci sarà futuro», conclude suor Maureen. Così come tutte sono convinte del valore dell’essere comunità, ma anche della responsabilità personale. «Dal Capitolo possono venire delle linee guida, ma noi dobbiamo metterci un forte impegno personale, perché siamo noi che abbiamo il dovere di essere testimoni, e dobbiamo esserlo con la nostra vita in tutti i luoghi dove prestiamo servizio», conclude suor Caterina.

LA CURIOSITÀ

Amarico (Etiopia), arabo, ebraico, francese, inglese, italiano, karimojong (Uganda), lingala (Repubblica Democratica del Congo), nuer (Sud Sudan ed Etiopia occidentale), oromifa (Etiopia), polacco, portoghese, spagnolo, swahili (Africa orientale, centrale e meridionale), tamil (India, Sri Lanka, Singapore, e altri territori che si affacciano sull’Oceano Indiano), tedesco, tigrino (Eritrea e nord Etiopia). Sono le lingue parlate dalle 54 delegate al XXI Capitolo Generale delle suore missionarie comboniane. Una vera e propria “Babele” linguistica. Daniele Comboni aveva capito da subito che la porta di accesso al cuore di un popolo è la lingua.

© 2022 Romina Gobbo 

pubblicato su blog del sito http://www.comboniane.org - mercoledì 12 ottobre 2022 
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