Santa Bertilla, con il tumore accanto ai fragili

«Dica a don Giuliano che a Vicenza c’è ancora fede. E che quindi venga sereno, tutti lo accoglieranno a braccia aperte». Si è rivolto così il cardinale vicentino Pietro Parolin a un sacerdote della diocesi di Treviso, alla fine della Messa solenne in onore di santa Bertilla Boscardin. Don Giuliano Brugnotto è il vicario della diocesi di Treviso e vescovo eletto di Vicenza dove farà il suo ingresso come l’11 dicembre. Domenica scorsa il segretario di Stato vaticano ha presieduto nella chiesa di San Michele a Brendola (Vicenza) la celebrazione in occasione dei cento anni dalla morte della santa, di cui si è detto molto devoto. «Quando posso non manco di dire, con santo orgoglio, che provengo dalla terra di santa Maria Bertilla», ha affermato.

Nata il 6 ottobre 1888 a Brendola e morta a Treviso il 20 ottobre 1922, Bertilla fu canonizzata nel 1961. «La sua vita – ha continuato il porporato – è una manifestazione chiara di quello che il Signore può fare in coloro che si affidano completamente a lui». Purtroppo oggi «tutti tendono a essere centrati su se stessi più che su Dio e sui fratelli. Ma i santi dimostrano con la loro vita che è vero esattamente il contrario. Leggendo la biografia di Bertilla si ricava la sensazione che abbia vissuto più vite, una tale concentrazione di fede e azione sembra impossibile si sia esaurita nell’arco di così pochi anni. Più ci si dona a Dio e agli altri, più si vive in pienezza. Noi dobbiamo riprodurre le stesse virtù di questa donna, entrata giovanissima nell’Istituto delle suore Maestre di Santa Dorotea Figlie dei Sacri Cuori. Diventata infermiera, nell’ospedale di Treviso ha assistito amorevolmente i bambini difterici e poi i feriti della prima guerra mondiale. Non si è mai fermata, nonostante sia stata colpita da un tumore a soli ventidue anni. Ha vissuto la via dell’ordinario trasformando tutto in straordinario».

L’urna, deposta davanti all’altare, era stata trasportata il giorno precedente dalla casa-madre delle dorotee a Vicenza. Non avveniva dal 1991. I fedeli sono accorsi in tanti, e la chiesa è rimasta aperta in via straordinaria per tutta la notte, grazie alla collaborazione della sezione locale degli Alpini. Domani l’urna partirà per Treviso dove sono previste altre celebrazioni, rinsaldando così il legame spirituale tra le due diocesi. L’Eucarestia si è tenuta nella chiesa parrocchiale, sul colle che la piccola Annetta raggiungeva a piedi tutte le mattine, percorrendo la “via dei carri”.

© 2022 Romina Gobbo 

pubblicato su Avvenire - mercoledì 19 ottobre 2022 - pag. A14


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