Si chiama econavigazione, si legge mobilità lenta, sostenibile, rilassante e… non impattante: un’esperienza sul Piave

Si chiama econavigazione. È una modalità di navigazione lenta, rilassante e… non impattante. L’acqua scorre davanti a te in maniera naturale, puoi osservare la vegetazione sulle rive, ascoltare il canto degli uccelli. E, ogni tanto, si può attraccare per visitare le antiche borgate fluviali. Sono barche piccole, a bordo stanno tre, quattro, al massimo sei persone, perché questo è un turismo che ama il silenzio, l’osservazione, lo stupore. La chiacchiera è poco congeniale se fine a se stessa, è invece interessante il racconto della storia e delle tradizioni del luogo che stai attraversando a filo d’acqua. Ecco un’esperienza decisamente da provare.

(TurismoItaliaNews) Navigare, nel pieno rispetto del fiume, significa anche rendersi conto di quanto in questo momento storico le vie d’acqua siano preziose e richiedano tutela e cura, grazie anche alla riscoperta degli antichi insegnamenti della Serenissima. Lo sanno bene i giovani di “I love Piave”, società con sede a San Donà, che si occupa di turismo fluviale green, con barchette elettriche e kayak, sul Piave e sulla Piave vecchia, i due corsi d’acqua caratteristici del territorio del Basso Piave. Portavano nomi femminili per rispetto alle divinità che leggendariamente li abitavano ma, nel corso dell’Ottocento, la Piave diventa il Piave, per una normalizzazione grammaticale che voleva maschili tutti i nomi dei fiumi.

“Questo tipo di navigazione – spiega Matilde di “I love Piave” – ha un basso impatto acustico, ed anche un basso impatto dal punto di vista del moto ondoso, perché l’onda non viene prodotta. Quindi anche il disturbo sull’ecosistema è minimo. Infine, sono azzerate anche le emissioni di CO2, perché è tutto al cento per cento elettrico, niente carburanti fossili, solo una presa per la ricarica del mezzo. Mezzo che non necessita di patente per essere guidato e che ha un’autonomia di circa sette ore. Quello elettrico è quindi il metodo più sostenibile per solcare i fiumi. Ed è super rilassante, perché ti godi il dolce ondeggiare, l’arietta fresca e il panorama meraviglioso”. Non poteva mancare l’uscita per i giornalisti che, abituati alla frenesia da desk, sabato 22 aprile, hanno apprezzato il diversivo, con partenza da Caposile (città metropolitana di Venezia). A guidarci nella “terra di mezzo”, 124 chilometri tra Venezia e le Dolomiti, sono i timonieri Alberto ed Eugenio. Al timone mi sono cimentata pure io, ma con risultati – si potrebbe dire – assai “altalenanti”, ovverosia facendo venire il “mal di mare/fiume” ai miei co-naviganti.

L’uscita è stata organizzata nell’ambito del progetto Veneto Rivers Holiday, che vede partner di rete e promotore Cne – Compagnia di navigazione ecologica, con il progetto I love Piave, finanziato con il Poc 2014-2020 della Regione Veneto, e che ha come obiettivo attività di turismo esperienziale legate ai fiumi veneti, in particolare la riscoperta della rete fluviale del Basso Piave, con i suoi oltre sessanta chilometri di vie d’acqua navigabili. Questo modo ecologico e slow di visitare il Veneto orientale, è assai piaciuto alla delegazione di rappresentanti dei media. Poi, si sa, il giornalista che si occupa di turismo, ne apprezza tutte le sfaccettature, tra cui l’immancabile aspetto agro-alimentare ed enologico. Ma, in questo caso, l’organizzazione ha proposto una chicca, ribaltando la tavola tradizionale e cominciando con “dolcezza”. Il primo attracco, infatti, è stato in località Chiesanuova, la frazione più antica di San Donà di Piave, per provare le delizie della Cioccolateria Veneziana, dove si producono golosità seguendo la ricetta originale delle “case del cioccolato” veneziane.

“Cioccolateria Veneziana nasce nel 1960 come liquorificio artigianale, grazie all’intraprendenza di nostro padre Carlo – spiega Simone Mengo che, con il fratello Francesco, ha rilevato l’attività – ma era stata la nonna l’ideatrice. Quando infatti papà acquistava le spezie da Venezia, lei le usava per realizzare liquori come il nocino. Poi papà ha cominciato a produrre tali liquori a livello industriale. Negli anni ’80, abbiamo creato la prima crema liquorosa al cacao per i gelatieri italiani che emigravano in Germania e da vent’anni ‘siamo preda’” della passione per il cioccolato: tavolette, praline, creme spalmabili. Continuiamo a creare e trasformare, orgogliosi di custodire quei piccoli segreti che rendono uniche le nostre produzioni artigianali”. Ci piacerebbe tanto restare più a lungo in questo laboratorio che profuma di cacao, nocciole e pistacchio, ma la navigazione must go on. Altri trenta minuti di percorrenza sul fiume piatto, lasciando che i pensieri defluiscano come l’acqua. Finché, in prossimità della Chiusa Intestadura, che consente di cambiare il livello dell’acqua per permettere alle imbarcazioni che arrivano dal fiume Piave di passare al canale Taglio del Sile, e viceversa, l’escursione si conclude.

“Cicchetto con aperitivo all’Osteria al Tajo”, dice Matilde. Una bella tavolata sotto il gazebo, con “cicchetti” abbondanti, e un buon prosecco. L’energia positiva di questo luogo in riva al Piave è palpabile. Manca ancora uno step. Una camminatina e una brevissima traversata da riva a riva, per raggiungere il parco fluviale. Un’oasi naturalistica di oltre sei ettari a poche centinaia di metri dal centro di San Donà, assai frequentata da locali e turisti. E qui il gruppo di giornalisti che pasteggia con il cous cous vegetale irrorato dal Bellini, non passa inosservato. Chiacchiere e brindisi all’ombra di pioppi, robinie e platani. What’s else?

© 2023 Romina Gobbo 

pubblicato su TurismoItaliaNews - 8 maggio 2023 

http://www.turismoitalianews.it/proposta-della-settimana/20936-si-chiama-econavigazione-si-legge-mobilita-lenta-sostenibile-rilassante-e-non-impattante-un-esperienza-sul-piave
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